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Comitato provinciale ANPI-VZPI - Documento sul 13 luglio

Comitato provinciale ANPI-VZPI

Documento sul 13 luglio

Il comitato provinciale dell’ANPI-VZPI, riunitosi il 3 agosto 2020, ha preso in esame la giornata del 13 luglio 2020 e le conseguenze che quella giornata avrà. Il comitato provinciale si riconosce nell’approccio del documento elaborato dalla segreteria provinciale nei giorni precedenti il 13 luglio, documento, anche diffuso alla stampa, che non negava e anzi sottolineava l’importanza storica del centenario dell’incendio del Narodni dom e della sua restituzione alla comunità slovena alla presenza delle due massime istituzioni delle Repubbliche d’Italia e di Slovenia.

Una volta passato il 13 luglio, placatesi le acque nei media e nel dibattito pubblico nazionale e locale, è possibile trarre conclusioni di fondo sul giudizio da dare a quella giornata e su ciò che è possibile aspettarsi per il futuro. È indubbio che se il 13 luglio di dieci anni fa è simbolicamente rappresentato dalla foto di piazza dell’Unità d’Italia piena della folla accorsa ad assistere e a partecipare allo spirito del concerto dei tre Presidenti il 13 luglio 2020 rimarrà simbolicamente rappresentato dalla foto dei due Presidenti della Repubblica che si tengono per mano, sui due monumenti: ai Fucilati del 1930 e alla Foiba di Basovizza. Il comitato riconosce l’elevato e potente valore simbolico in senso positivo di quell’immagine, che ha conquistato la prima pagina dei media sia italiani che sloveni, e del doppio riconoscimento che i due Capi dello Stato hanno voluto consegnare allo scrittore Boris Pahor.

Ugualmente non si può ignorare il significato del lungo, lunghissimo applauso, quasi liberatorio, scaturito dalla folla radunatasi in maniera spontanea, in un evento assolutamente improvvisato all’ultimo, davanti al Narodni dom nel pomeriggio del 13 luglio. Contestualmente non possiamo non rilevare che nel corso di quella spontanea celebrazione il saluto portato dal presidente provinciale dell’ANPI sia stato l’unico a essere interrotto da applausi di approvazione, ricordando l’estrema, imprescindibile urgenza di un percorso di approfondimento su cosa abbia significato il fascismo nelle nostre terre, in particolare per quel che riguarda la persecuzione delle comunità slovena e croata, temi ancora quasi o perlopiù ignoti a un’opinione pubblica nazionale inondata da una retorica nazionalista che, in un continuo crescendo negli ultimi anni, ha teso a minimizzare se non a nascondere le responsabilità italiane dei crimini del secolo scorso.

Proprio partendo da questo presupposto il comitato provinciale dell’ANPI-VZPI di Trieste ritiene che il 13 luglio 2020 non possa e non debba rappresentare la fine di un percorso ma l’inizio: ciò è dimostrato anche dal fatto che nei media nazionali italiani l’accento sia stato posto soprattutto sulla visita comune alla Foiba di Basovizza, con una presenza rilevante, ma in ogni caso in secondo piano, del tema del Narodni dom e una molto minore attenzione al monumento ai Fucilati. Il tema del significato di Basovizza nella memoria collettiva dei due Paesi è rimasto sottotraccia. La scelta simbolicamente importante dei due Presidenti di compiere esattamente lo stesso gesto sui due monumenti non è stata sufficientemente sottolineata. Allo stesso modo non vanno ignorati i commenti di ritrosia, se non di aperto dissenso, espressi a livello locale, in particolare da settori del mondo dell’associazionismo degli esuli e della destra, anche da importanti posizioni istituzionali. Proprio quest’ultimo punto ci spinge a evidenziare ancora una volta come una delle più grosse criticità di quella giornata sia rappresentata dal fatto che essa si sia svolta senza un adeguato percorso di preparazione e di coinvolgimento della comunità locale, anche transfrontaliera: se un vero ulteriore percorso di pacificazione deve esserci esso non può che camminare grazie agli sforzi di chi vive in questo territorio.

Un rigoroso e metodologicamente chiaro approccio verso tutto il passato, partendo da un’adeguata conoscenza della Relazione mista della Commissione italo-slovena, che nel ventennale della sua stesura non può non essere vista come punto di partenza di ogni discussione; l’abbandono di una retorica nazionalista che troppo spesso ha voluto lucrare sui drammi del passato per creare nuove divisioni nel presente; chiari e concreti gesti da parte della Repubblica Italiana che dimostrino la piena assunzione di consapevolezza e responsabilità per il tragico retaggio che il fascismo, qui più ancora che in altre terre, ha lasciato; un approccio dei media che sia attento, informato e rispettoso delle diverse memorie che in questo territorio hanno convissuto e convivono; il sostegno alla conoscenza della storia, in tutta la sua complessità, e del significato dell’origine antifascista della Costituzione e della Repubblica nelle giovani generazioni; sono questi alcuni dei passaggi che sono indispensabili perché il 13 luglio confermi, nel tempo, il valore simbolico positivo che la foto dei due presidenti rappresenta. Il novantennale del primo processo di Trieste, nel settembre prossimo, sarà il primo banco di prova di questo nuovo percorso. L’ANPI-VZPI, come affermato davanti al Narodni dom nel pomeriggio di quella giornata, farà la sua parte e sarà sempre al fianco di chi lavora per la pace, la fratellanza e la convivenza.