Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale di Trieste
Vsedržavno Združenje Partizanov Italije - Tržaški Pokrajinski Odbor
tessera

13° Congresso

Iniziative dell'Associazione ANPI-VZPI nella provincia di Trieste
Franco Cecotti

Il 2015 non è stato un anno qualsiasi per un’associazione come l’Anpi-Vzpi, in quanto ricorreva il 70° della Liberazione dal fascismo e dal nazismo.
Molte iniziative sono state promosse dalle sezioni (tra cui è stata particolarmente innovativa la proposta della sezione di Santa Croce), altre dal Comitato provinciale, che hanno avuto lo scopo soprattutto di rendere omaggio a quanti hanno impegnato con successo la loro giovinezza nella lotta al fascismo e al nazismo per un futuro aperto alla democrazia, ma anche di dare visibilità all’associazione, di aprirla alla collaborazione più ampia con altre organizzazioni democratiche, per sostenere iniziative che rafforzino la memoria della resistenza e la cultura dell’antifascismo.

A tal fine le iniziative più rilevanti sono state organizzate in luoghi pubblici nel centro della città di Trieste: la Biblioteca Statale, il Tergesteo, Palazzo Gopcevich. Tali iniziative hanno avuto sempre la collaborazione dell’Aned, dell’Anppia, dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, della Cgil, ed hanno coinvolto storici qualificati della regione e di altre città italiane, sindacalisti, giornalisti, come Furio Colombo, e artisti (attori, musicisti, fotografi), insegnanti e studenti.

Le proposte dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sono state realizzate in forme diverse, conferenze, presentazione di libri, dibattiti, corsi di aggiornamento, spettacoli, mostre, rivolte sia ai soci e a quanti sono da sempre vicini all’Anpi, sia ad un pubblico più vasto, che non è mai mancato ad ogni iniziativa.

Diverse sono state le occasioni di collaborazione con gli Enti Locali, basti pensare alla partecipazione (assieme ad Aned e altri) all’allestimento di due mostre storiche presso la Risiera di San Sabba e alla progettazione del nuovo Museo della Risiera di San Sabba inaugurato nel gennaio scorso.
L’evento culturale più importante è stato sicuramente l’incontro con i partigiani, che, lo scorso aprile, hanno animato la Festa della Liberazione al Tergesteo; le loro testimonianze in pubblico hanno richiamato tante persone e generato simpatia e commozione tra i presenti.

In primavera è stato organizzato un corso di aggiornamento per docenti che ha proposto una riflessione su alcuni aspetti della storia locale (il fascismo di confine, l’occupazione tedesca, la partecipazione femminile alla resistenza), ma ha inteso principalmente aprire un dibattito sul colonialismo italiano, come momento centrale della storia italiana ed europea, su cui è urgente concentrare l’attenzione per capire la formazione culturale di intere generazioni; un’educazione basata sostanzialmente sulla superiorità dell’italiano (ma possiamo dire dell’europeo), che diffonde o impone agli altri popoli la propria visione del mondo, gerarchica e razzista. I danni di una simile formazione durata dalla fine dell’800 al 1945 (ma protrattasi fino agli anni ’50 del ‘900), sono ancora oggi largamente diffusi, sono tuttora presenti nell’immaginario di una cospicua parte dei cittadini di tutti gli stati. Si tratta di una visione eurocentrica, nazionalista della società attuale, che finisce per condizionare le reazioni di tanti di fronte all’arrivo di rifugiati e profughi in fuga dalle guerre attuali.

Le iniziative dell’Anpi devono stimolare la riflessione sui temi di fondo della storia più recente, per saper interpretare e comprendere i segni involutivi del presente, senza farsi distrarre dall’uso strumentale, propagandistico della storia da parte di partiti e politici di bassissimo livello.
Un’occasione per riflettere sulla storia stessa dell’Associazione dei partigiani in provincia di Trieste (ma anche delle altre associazioni attive dopo il 1945, come Anppia, Solidarietà Democratica, Aned), addirittura per elaborare una sua storia, viene dai documenti stessi conservati nell’Archivio storico dell’Anpi-Vzpi, oggi dislocato in diverse sedi, ma ancora non accessibile: un’iniziativa importante è stata, in questo caso, il coinvolgimento della Sovrintendenza archivistica regionale, che ha preso visione dei fondi documentari e fotografici dell’Anpi e ha già concesso il riconoscimento del valore culturale dell’archivio. Questo riconoscimento dovrebbe favorire il reperimento di finanziamenti pubblici (ma anche privati) per riordinare, conservare e rendere consultabile ai ricercatori un patrimonio unico sugli anni cruciali del dopoguerra.
Un patrimonio di documenti, immagini, pubblicazioni, manifesti che sarà utilissimo per recuperare la memoria di quanti hanno partecipato alla lunga resistenza dell’Alto Adriatico e hanno impegnato la loro vita per combattere il fascismo e il nazismo.

Queste, a mio avviso, le linee culturali dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia negli anni che verranno: approfondire i nodi più rilevanti e di lunga durata della storia locale, nazionale e europea e nel contempo valorizzare la memoria dei singoli combattenti per la libertà e delle formazioni partigiane attive su questo territorio e nella vicina Slovenia.