Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale di Trieste
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Notiziario ANPI - fondo

Trieste, più liberazioni che giorni in calendario

Trieste, più liberazioni che giorni in calendario

 

Trieste, a quanto pare, risulta essere la città più liberata d’Italia. È stata liberata per un periodo lungo, nel secolo scorso, a partire dal 1918; almeno così si legge sul monumento a San Giusto dedicato “ai caduti nella guerra di liberazione”, liberata dall’Austria, ovviamente.

L’anno 1945 è stato l’anno più denso di liberazioni, ognuna ha la sua data: 30 aprile, 1° maggio, si continua con il 2 e il 3 maggio, ora si aggiunge il 12 giugno, ma nel 1954 non si può dimenticare il 26 ottobre.

Ogni anno una fatica immane per le amministrazioni locali, per non dimenticare alcuna, e per inventarsi discorsi insieme celebrativi, esaltativi e denigrativi, talvolta è capitato al sindaco di turno di sbagliare liberazione, prendere un luogo per un altro. Per lo stress ovviamente. 
La città è stata liberata da occupatori austriaci, tedeschi, jugoslavi, americani e inglesi. I liberatori sono stati un po’ meno numerosi: italiani nel 1918, poi jugoslavi e anglo-americani.

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia proprio per l’appartenenza alla Repubblica Italiana condivide con tutti i cittadini italiani, donne e uomini, la celebrazione del 25aprile, una data simbolica, riconosciuta da tutte le città italiane, ognuna liberata in modi e tempi diversi. 
Ma c’è anche un’altra motivazione: il 25 aprile le cittadine e i cittadini italiani festeggiano la liberazione dal fascismo, non solo dal nazismo. Dal fascismo, responsabile del maggior numero di morti italiani nelle guerre aggressive fasciste dal 1927 al 1943, su ogni fronte, in Africa, Europa e in Russia. Vale anche per Trieste, anche se talvolta sembra che in questa città non ci siamo ancora liberati dal fascismo, ma solo dal nazismo e dal comunismo.

Certo ogni associazione e ogni comunità di Trieste ricorda le date significative degli eventi che l’hanno colpita nel corso della guerra e nel dopoguerra; anche il 12 giugno viene da sempre, non da pochi anni, ricordato come il giorno in cui l’esercito jugoslavo si è allontanato dalla città, per decisione congiunta di Truman e Stalin, i liberatori dell’epoca. 

Le molteplici liberazioni di Trieste sembra siano sempre e soltanto opera di altri, mentre i cittadini di Trieste, italiani e sloveni, meritano grande rispetto per l’impegno e i sacrifici sopportati.

Il 25 aprile rappresenta anche la partecipazione alla guerra di liberazione degli italiani, militari e civili, laici e religiosi, operai e contadini, donne e uomini, che hanno liberato se stessi (certo grazie anche ad altri eserciti tra loro alleati) e nel nostro territorio è innegabile l’altissimo e prevalente numero di vittime slovene e croate tra i resistenti di tutta provincia.
La libertà di ognuno, associazione o privato, di ricordare o celebrare le date che ritiene significative per la propria memoria, è scritta nella nostra Costituzione, fa parte dei diritti di tutti, anzi è una delle distinzioni più rilevanti rispetto all’Italia fascista, fa parte delle conquiste della resistenza, e anche la sezione triestina dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia partecipa annualmente a decine di celebrazioni. 
Riteniamo invece insensato pensare di dare ufficialità burocratica a tutte le ricorrenze legate alle guerre che hanno insanguinato il nostro territorio, lacerando gli animi della popolazione, ne risulterebbe una rincorsa senza fine. 
La Storia va studiata e discussa, non utilizzata strumentalmente, e la memoria di tutti va conservata e rispettata, per superare i traumi di tutte le violenze che la guerra comporta e per evitarne altre.

Ora sembra evidente che a Trieste ogni riferimento alla storia passata da parte di esponenti politici è strumentale e l’insistenza su date da marchiare con delibere e monumenti di cui farsi vanto riguarda la politica, la più misera, quella a scopo elettorale, che utilizza tragedie e sventola bandiere per uno sperato vantaggio di partito.
Il Consiglio comunale di Trieste esprime già un numero consistente di Consiglieri inclini ad appoggiare fanatismi religiosi, ad annunciare fantasiose proposte turistiche, a perseguitare mendicanti, proprio in un’epoca di grave crisi economica in cui si smantella la ferriera, il turismo è bloccato dall’epidemia, l’attività portuale minacciata di linciaggi politici in un momento di espansione. Ci mancano soltanto i vendicatori della storia, magari con una mascherina tricolore, irriguardosa dell’unità nazionale e della democrazia, perché il tricolore è di tutti, non di questo o di quel partito.