Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale di Trieste
Vsedržavno Združenje Partizanov Italije - Tržaški Pokrajinski Odbor
tessera

13° Congresso

Intervento di Giovanna Stanka Hrovatin

Carissime compagne, carissimi compagni, spettabili ospiti,
è più facile parlare del passato che del futuro, è più facile parlare davanti a un monumento che davanti a un gruppo di giovani  cui l'odierna situazione politica e sociale, satura di chiacchiere, non è favorevole né offre loro la possibilità di ragionare ma li spinge a quell'indifferenza, che fa di ogni erba un fascio. Il congresso è un'occasione di verifica del notro operato ed è  il momento per tracciare il percorso del lavoro che ci attende.

Il primo dovere dell'ANPI è quello di trasmettere ai giovani e ai meno giovani i valori della Resistenza e della Lotta di Liberazione: è questo il motivo per cui il ruolo della memoria è indispensabile. Ogni anno ci ritroviamo perciò davanti ai monumenti e alle lapidi che richiamano l'attenzione dei passanti sui crimini dell'occupatore e sull' implacabile lotta dei caduti per la libertà. E siamo ogni volta pieni di orgoglio e di angoscia.
Di orgoglio, poiché tutte le nostre commemorazioni ricordano il periodo tragico e allo stesso tempo luminoso della nostra storia. La Lotta di Liberazione infatti è, e rimane, per gli sloveni, nonostante le tragedie insite nella ribellione,  l'atto storico fondamentale. Con sacrifici enormi abbiamo conquistato la nostra statualità. E' stato un atto storico determinante che ha posto le basi all'odierna indipendenza. La Lotta di Liberazione ci ha consentito di sopravvivere come popolo e di affermarci come nazione. Non sempre però l'indipendenza è garanzia di democrazia.

Ci rendiamo conto di essere ripetitivi ma lo facciamo consapevolmente. Ripetiamo i fatti e i motivi che ci hanno indotto ad essere protagonisti di quella stagione cruciale. Altrimenti, come può un giovane, oggi, comprendere la forza interiore dei giovani di allora, giovani depredati del più naturale dei diritti: la lingua materna.

La gioventù di oggi vuole comprendere la lotta di liberazione, la lotta di un popolo condannato a morte – un popolo numericamente esiguo ma grande nel suo sforzo per vincere il male, per vincere la barbarie  fascista e nazista: il  Partizanski dnevnik – unico quotidiano partigiano uscito regolarmente nell'Europa occupata,  gli ospedali partigiani, le scuole, il teatro e potrei continuare. Quando si parla  di ciò davanti ai monumenti e alle lapidi nelle nostre parole non c'è nostalgia, non si tratta di un essere ancorati al passato e ai suoi protagonisti che con sforzi sovrumani ci donarono la libertà. Si tratta del nostro vivere odierno, in questo caos, in questa crisi della globalizzazione liberista condizionata dai magnati della finanza, in questa crisi generale, ma soprattutto in questa crisi crisi di valori. Ecco il perché dell'angoscia. Angoscia perché proliferano le forze  che contraffanno la storia, che alterano i fatti:  i collaboratori dei nazifascisti diventano patrioti.  Come è possibile che davanti alla foiba di Basovizza gli antifascisti presenti permettano che accanto alla bandiera italiana sventolino i labari fascisti? Curiel, Čermelj, Ondina Peteani, Marina Bernetič, Arturo Calabria, Zora Perello, Anton Ukmar, Giorgio Marzi, Oskar Kjuder, ma anche Tomizza, Giorgio Depangher, per citarne alcuni soltanto, avrebbero da subito lasciato quella compagnia. Il resto dovrebbero farlo le istituzioni.

Siamo capaci di indicare l'uscita dalla crisi? Sì, poiché abbiamo le armi adatte: la Costituzione nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione. Se è vero – e tutti siamo d'accordo - di avere la Costituzione più bella del mondo, perché non la si attua? E' la nostra arma più possente e più efficace.
Ma dobbiamo attuarla assieme a tutte le forze democratiche. E' mai possibile che non si possa trovare un linguaggio comune se  ciò è stato possibile nel periodo più critico della guerra fredda? Dobbiamo attuarla assieme a tutte le forze democratiche, dai partiti alle associazioni della società civile, con tutti coloro che si prodigano per uno sviluppo democratico del nostro Paese, per la pace e la solidarietà, per l'equità sociale e la convivenza pacifica tra i popoli. Tra queste forze vanno annoverate anche le associazioni culturali e sportive slovene. Non ci rendiamo conto della forza incalcolabile delle associazioni culturali con i loro cori, con i loro complessi teatrali. Rappresentano una forza culturale e politica, sono la nostra ricchezza. Se non ci fossero la richiesta di rispettare i diritti degli sloveni, diritti garantiti dalla Costituzione, sarebbe impoverita.

Per vincere le sfide del nostro tempo non dobbiamo essere spettatori passivi. Ci siano da esempio i giovani volontari che di fronte all' incapacità degli stati europei, dimostrano con il loro lavoro volontario tra i migranti come sia possibile attuare gli ideali della Resistenza. La solidarietà, infatti, è un valore etico basilare. Questa gioventù è un esempio per tutti noi. Con questi giovani e con tutti coloro che si prodigano per la buona politica - e non sono pochi – realizzeremo  i sogni dei caduti per la libertà. L'antifascismo sia il nostro spartiacque.