25 Aprile 2021 alla
RISIERA DI SAN SABBA - TRIESTE
Buongiorno a tutti e a tutte.
Il 25 aprile è una giornata di festa. Un giorno in cui festeggiamo l’ordine di insurrezione nazionale, idealmente il giorno in cui ci siamo liberati dal giogo fascista e dall’invasione nazista. Un giorno di festa in cui ricordiamo il sacrificio di quanti, uomini e donne, giovani e meno giovani, seppero fare una scelta difficile, pericolosa, impegnativa per liberarsi da un regime, quello fascista, che opprimeva e divideva e che causò l’immane tragedia della seconda guerra mondiale. Fu il fascismo ed il nazismo che ad esso si ispirò a scatenare la guerra, a scatenare invasioni, devastazioni, deportazioni, genocidi ed immani massacri.
A questa barbarie si opposero uomini e donne che seppero raccogliere attorno alla loro lotta sempre più persone, stanche dell’oppressione, dell’odio, della guerra. C’erano le idee giuste, quelle degli antifascisti e dei partigiani e le idee sbagliate, quelle dei fascisti e dei nazisti.
La resistenza fu un fatto plurale. Nelle file dei partigiani e delle staffette, tra chi si oppose nei più diversi modi alla barbarie nazifascista ci furono comunisti, socialisti, cattolici, azionisti e liberali. A Trieste, nei vari CLN che risorsero ogni volta a dispetto delle decapitazioni nazifasciste, spesso causate da spie ed infiltrati fascisti e collaborazionisti, operarono sacerdoti come Don Marzari, comunisti come Frausin, popolari come Cividin, italiani e sloveni. Nelle formazioni partigiane italiani e sloveni collaborarono già dal 1941, in collegamento con gli insorti dell’Osvobodilna Fronta nato il 26 aprile 1941, all’indomani dell’aggressione fascista e nazista alla Jugoslavia.
Avevano idee diverse, ma un unico comune obiettivo: liberarsi da un regime oppressivo e liberticida come quello fascista. Il 22 aprile sono stato invitato a Genova a partecipare all’intitolazione di uno stabilimento di Ansaldo Energia a Paolo Reti, ingegnere triestino, cattolico, partigiano e patriota, componente del CLN triestino, fucilato proprio qui in Risiera il 7 aprile del 1945.
Ecco, uomini e donne di idee politiche e religiose diverse che contribuirono a creare, con la loro lotta e con il loro sacrificio, quell’insieme di valori etici fondanti il nostro paese, la nostra repubblica democratica e la nostra costituzione, figlie della lotta di liberazione: la pace, l’uguaglianza, la giustizia sociale, la solidarietà, il diritto al lavoro. Valori che oggi sono rimessi in discussione da chi, di fronte alla crisi sanitaria, politica, sociale ed economica causata dalla pandemia vuole riproporre, cavalcando la crisi e lo smarrimento collettivo che si è creato, colpevoli esterni, untori, nemici a cui addossare tutte le colpe, nuove forme di discriminazione, di incitamento all’odio, di esclusione e di nuova violenza politica.
Per questo è necessario ricordare oggi la resistenza, i partigiani, l’antifascismo come valori centrali del nostro agire, come radici non solo della nostra repubblica ma di tutta l’Europa, per poter uscire finalmente, dalla crisi.
“Gli eroi sono tutti giovani e belli” canta Guccini, e nell’immaginario di ognuno di noi gli eroi, assumono sempre sembianze codificate: belli come il sole, tutti e tutte. Perché come al sole dobbiamo la vita, a questi uomini e a queste donne dobbiamo la nostra libertà. E verso questi uomini e donne che hanno posto le radici della nostra libertà dobbiamo il nostro impegno a far crescere, sempre più rigoglioso, l’albero della libertà, della fratellanza, della convivenza e della pace.
Viva la resistenza, viva la lotta di liberazione dal nazifascismo!
Fabio Vallon