Le stamperie clandestine partigiane a ciclostile in territorio sloveno hanno funzionato per tutta la durata della lotta di liberazione 1941 – 1945. Ancor prima erano esistite le stamperie clandestine di partito, che avevano funzionato fin da prima dell'invasione italo-tedesca della Jugoslavia. Dopo il crollo del Regno di Jugoslavia nell'aprile del 1941 la dirigenza del Partito comunista sloveno (KPS) e quella della tipografia centrale iniziarono a costituire nuove stamperie clandestine a ciclostile, soprattutto a Lubiana dove aveva sede il vertice del movimento di liberazione. Su sua disposizione iniziarono dunque a funzionare le stamperie provinciali e successicamente anche quelle distrettuali. Nell'agosto del 1943 fu fondata la Stamperia provinciale del KPS per il Litorale. Tra il 1943 e il 1945 funzionavano nella zona del Litorale 23 stamperie a ciclostile e 4 tipografie (Ančka, Julij, Slovenija e Doberdob).
Nelle immediate vicinanze di Trieste e nel suo entroterra funzionavano le seguenti stamperie:
La stampa partigiana: dall'aprile del 1941 fino alla costituzione del primo territorio libero nel 1942 (dove si trasferì anche la stampa centrale) venivani distribuiti o stampati a Lubiana cinque giornale centrali, che divennero dieci fino all'autunno del 1943. Ma la massima diffusione della stampa clandestina si ebbe nel periodo dopo la capitolazione dell'Italia e fino alla liberazione.
Le intitolazioni: ogni stamperia portava un nome identificativo, legato al territorio specifico in cui operava. Nel Litorale si scelsero i nomi dei monti (Snežnik – Monte Nevoso e Slavnik – Auremiano) e del mare (Morje), ma successivamente, per ragioni di sicurezza, si adottarono combinazioni di lettere e numeri (F-35, N-43, O-44 ecc.).
L'importanza della stampa clandestina durante la lotta di liberazione, e ancor prima durante la dittatura fascista, è del tutto evidente. Questo tipo di attività antifascista cominciò a svilupparsi a Trieste subito dopo la soppressione della stampa slovena. Già nel 1927 l'organizzazione TIGR (Trieste, Istria, Gorizia, Rijeka) cominciò a pubblicare il suo giornale clandestino Borba (Lotta), cui seguì lo Svoboda (Libertà). Sotto la direzione di Pinko Tomažič si pubblicava anche il giornale dei comunisti Delo (Lavoro). Altre pubblicazioni clandestine arrivavano nel Litorale da altre zone, soprattutto da Lubiana.
Furono i fratelli Oskar e Leon Kovačič, mandati appositamente da Lubiana dal comando centrale dell'OF (Fronte di liberazione), ad avviare la prima stamperia a ciclostile nella zona di Trieste. Essa cominciò a funzionare verso la fine di novembre del 1941 nel rione di San Luigi, in via Mauroner n. 15. Un'altra stamperia funzionò nello stesso periodo a Kolonkovez. Nel 1942 fu aperta una stamperia a Servola in via Carpineto 18, un'altra funzionò a San Giacomo in via Scuole Nuove (oggi via Frausin) negli anni 1942-43.
Nel periodo tra l'ottobre 1942 e il marzo 1943 vi furono molti arresti tra i quadri dirigenti triestini, e ciò porto alla quasi totale cessazione dell'attività delle stamperie. Il compito di riattivare e riorganizzare l'attività di stampa fu affidato allora a Lado Trobevšek – Jodi, tipografo di professione e capo della stamperia illegale “Snežnik”.
Su incarico del Comitato provinciale del KPS (Partito comunista sloveno), ricevuto nell'ottobre del 1943 e confermato il 22 gennaio 1944, il Trobevšek si recò a Muggia, dove stabilì i contatti con il comitato distrettuale del partito di Trieste. Data l'estensione della città, Trobevšek fu incaricato di organizzare almeno dieci punti stampa, di dirigerli e di controllarne l'operato.
Trobevšek, uomo ingegnoso ed esperto, riuscì in breve tempo ad avviare la prima stamperia distrettuale, che cominciò a funzionare il 17 febbraio del 1944. Essa era installata in casa di Josip Sturman – Slavko, detto Mačkoljan, in località Puglie di Domio in un luogo chiamato dai locali “v Trnju”. Il muratore Mirko Hrvatič, detto Kobalov, del luogo, costrui il bunker dove il ciclostile funzionò fino al 14 maggio del '44. Oltre al Trobevšek vi lavoravano anche Anton Prodan – Tarzan e Mirko Kosmina – Bogdan. Dal rapporto mensile inviato ad Aleš Bebler risulta che fino al 18 marzo del 1944 vennero stampati i seguenti giornali: il numero 1 del Slovenski poročevalec in 1500 copie, il numero 2 del Kmečki glas in 800 copie, la Ljudska pravica in 800 copie, il numero 2 del Slovenski porocevalec in 800 copie, la Mlada pest in 500 copie e il numero 3 del Kmečki glas in 800 copie. Oltre a questi vennero stampati due opuscoli in 500 e 600 copie, 11 mila volantini per i lavoratori triestini, 13.000 volantini in italiano e 44.000 volantini in sloveno. In totale quindi 74.300 copie di varie pubblicazioni, per le quali furono impiegati 44.000 fogli di carta, 5 chili di colore, 115 matrici e altro materiale tipografico.
Nel mese seguente la stamperia funzionò per 20 ore al giorno per (ri)stampare un numero ancora maggiore di giornali, volantini e altro materiale, sia in italiano che in sloveno.
La stamperia dovette interrompere l'attività quando, in seguito a un tradimento, venne scoperto il punto d'incontro segreto dei partigiani, situato nella vicina casa di Josip Hrvatič, detto Kobalov. Il 14 maggio del 1944 agenti dell'Ispettorato speciale, alla guida del famigerato Collotti, irruppero nella casa di Hrvatič e la perquisirono, ma non trovarono niente. Comunque portarono via tutta la famiglia: il padre Josip, la figlia Pierina e i figli Josip e Mirko, il quale riuscì però a scappare durante il trasferimento in prigione. La stamperia, per sicurezza, venne allora trasferita tra le rocce sotto San Servolo, dove operò in un bunker di fortuna fino al 2 agosto del 1944.
Nel giugno del 1944 cominciò la costruzione di un bunker a Gretta, in strada del Friuli 107, per installarvi le attrezzature della stamperia “Morje”. L'attività di stampa venne avviata fin dai primi giorni di agosto e continuò ininterrottamente fino alla liberazione. Oltre ai volantini, al materiale di propaganda e ai buoni per i “prestiti della libertà” venivano qui riprodotti i giornali Slovenski poročevalec, Ljudska pravica, Tedenski pregled, Delavska enotnost – Unione operaia, Il Lavoratore, Trieste in gara e Bollettino.
Nel settembre del 1944 la parte della stamperia Morje che operava sotto San Servolo venne trasferita nel bunker costruito nella casa di Ušenič a Santa Maria Maddalena inferiore, sotto Log, in località dai locali chiamata “pri mostu” (al ponte) o “pri Komeščaku”. Anche questo centro operò fino alla liberazione. Il lavoro nelle due stamperie veniva coordinato da Trobevšek e dalla sua più stretta collaboratrice, Anica Ginori – Vlasta.
Il nome “Morje” per la stamperia distrettuale di Trieste venne scelto dallo stesso Trobevšek al momento della sua installazione. Nell'agosto del 1944 tutte le stamperie del Litorale vennero invitate, per motivi di sicurezza, ad abbandonare le denominazioni fino ad allora adoperate e ad usare sigle, decise a livello provinciale. Per quanto riguarda la “Morje”, Trobevšek stesso con missiva del 2 settembre 1944 confermò il ricevimento delle nuove istruzioni, si disse d'accordo con la decisione provinciale e confermò che la stamperia principale a Gretta si sarebbe chiamata “O-44”, mentre le altre, sia quelle già operanti che quelle che ancora dovevano essere installate, avrebbero addottato le sigle O-44I, O-44II e così via. La stamperia sotto Log assunse così la sigla “O-44I”.