Opicina, 15 dicembre 2019
Commemorazione nel 78° della fucilazione dei condannati a morte al 2° processo di Trieste
Discorso di Patrik Zulian
Care Compagne e Compagni, antifascisti tutti!
Se la nostra Costituzione fosse stata interamente applicata, qualora le sue disposizioni fossero state dall'amministrazione pubblica nella totalità ottemperate, qualora i principi costituzionali avessero rappresentato l'unica via certa per i poteri legislativo, esecutivo e giurisdizionale, se e solo se lo spirito della Resistenza e della Osvobodilna Borba avessero apportato un cesura ideale rivoluzionaria nel passaggio istituzionale dalla monarchia alla repubblica, se tutto ciò fosse stato, questo luogo sarebbe stato riconosciuto come Parco della Pace già nel 1948. Ogni ulteriore sparo esploso da quell'alba gelida, ogni bossolo caldo eiettato da quel 15 dicembre, decretano di nuovo, la morte di un compagno. Ad ogni rinnovata esplosione si ode il rantolo di Viktor, alla successiva Ivan emette l'ultimo debole lamento, al successivo Simon cede la vita al piombo sordo, Pinko si accascia scomposto, dalla bocca piegata di Ivan compare un sottile rivolo di sangue... Ad ogni scoppio, ad ogni ulteriore sparo dal quel 15 dicembre una pallottola si fa strada nel petto dei compagni, ogni giorno da quel giorno cadono ancora. Quante saranno le volte ancora in cui dovranno morire, quando le armi avranno a tacere, quando un luogo di solenne raccoglimento renderà loro il giusto rispetto, quando sarà loro finalmente chiaro di non essere morti invano?
Commetteremmo un errore strategico grave qualora ci dovessimo frettolosamente adoperare ogniqualvolta si ripresenti la provocazione revisionista, in effetti sempre vistosamente claudicante ma ciononostante dolorosa. Se dovessimo rincorrere ogni singola stortura, se ci sentissimo in obbligo di rimettere nel giusto luogo e tempo ogni fatto storico alterato. Sarebbe ciò in realtà esattamente il comportamento che il revisionista per noi auspica. Dobbiamo piuttosto cercare di trovare attraverso i singoli episodi un filo conduttore generale, da poter essere così più incisivi ed efficaci nell'esprimere le nostre posizioni, che inevitabilmente affondano le proprie ragioni nella scienza storica. Nello specifico, dobbiamo rendere la nostra così strutturata visione capace di penetrare l'opinione pubblica generale da poter in tal modo innescare un dibattito critico all'altezza di fatti, azioni e pensieri fondanti e fondativi la nostra storia comune. Per essere chiaro nel fatto particolare in sé: se nell'anno 2019 esiste un associazione che interpreta come legittimi e giuridicamente validi accuse e sentenze emesse dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato significa solo ed unicamente che tale associazione è oltre oltre ogni ragionevole dubbio fascista, da cui consegue che: vista la Costituzione antifascista, viste le legge Scelba, vista la legge Mancino, è compito della Repubblica disporre con legge lo scioglimento di siffatta organizzazione!
Sentite Bobek, Kos, Ivančič, Tomažič, Vadnal. Poco fa ho esagerato e non avrei dovuto dire né potuto pensare che la vostra vita fu donata invano. I fatti spesso spingono allo scoramento, ma il solo pensiero della vostra esemplare dignità mi rimette di riflesso subito in piedi! Se devo rendere tangibile il ragionamento che ho posto prima, se devo cercare le espressioni generali da cui muovere con il nostro modo di comunicare, ho da dire: si è vero, lo scarto tra la costituzione antifascista e l'apparato statale esiste, e nasce esattamente laddove lo spirito di rinnovamento della Resistenza e delle lotte antifasciste si arresta in nome della continuità dello Stato: ci sono stati equilibri internazionali precari da mantenere, la divisione delle sfere d'influenza cominciava a premere, i rapporti di comodo con la Jugoslavia dovevano prendere consistenza, la paura che incuteva il più grande partito comunista d'occidente doveva essere controllata. Ebbene, oggi tutto ciò, tutto il lavorio per mantenere i precari equilibri internazionali è venuto meno, quindi è venuto meno anche il bisogno di insabbiare il fascismo ed i suoi crimini. Certo gli equilibri vanno preservati sempre, ma non sono più quelli, che hanno permesso di passare tacitamente dalla rimozione del fascismo alla sua diretta riabilitazione. É giunto il tempo quindi, per onorare il vero e la storica conseguenza dei fatti, in cui noi tutti, TUTTI NOI dobbiamo richiedere con forza, che sia lo stato sia la società analizzino criticamente e scientificamente il passato fascista e che l'analisi passi sicuramente da questo luogo, si snodi attraverso il prato dell'esecuzione delle sentenze del 1930, che passi per il filo spinato di Lubiana, ma che si volga anche all'Etiopia e all'iprite d'Africa passando per le storie di tutti i dissidenti politici torturati ed ammazzati in ogni luogo d'Italia. E che abbia inizio almeno laddove, nel 1918 nell'allora Venezia Giulia, si compì tra il governatorato militare italiano d'occupazione ed il fascismo di frontiera un identità di metodi e fini.
Compagne e compagni antifascisti!
La nostra richiesta di una analisi critica del fascismo, dei crimini fascisti e della storia fascista potrà avere un esito positivo solamente se verrà posta da sloveni e italiani insieme, in uno spirito di fratellanza e unità tra i popoli!
MORTE AL FASCISMO, LIBERTA' AI POPOLI!